Zapping e Altro
Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò: Strade aperte
Album Folk
Roberto Durkovic è nato in Italia ma le sue origini praghesi trapelano dalle sonorità mitteleuropee impresse alla sua musica. Da oltre 12 anni vanta una prolifica collaborazione artistica e interculturale con un gruppo di musicisti tzigani incontrati nei vagoni della metropolitana di Milano. Affascinato dal loro talento ha perseguito e concretizzato con volontà testarda un progetto artistico che coniuga, senza attriti, il ritmo allegro della musica Rom con la sofisticata canzone italiana d’autore, senza trascurare i colori della rumba e del flamenco oltre alle pennellate di tango argentino che denotano la grande stima di Durkovic per Astor Piazzolla. Il gruppo si è recentemente allargato con i figli dei "fantasisti del metrò" ed artisti italiani che hanno entusiasticamente abbracciato il progetto artistico di Roberto Durkovic e ora comprende, oltre a Durkovic stesso (chitarra, voce), Ion Bosnea (clarinetto), Massimiliano Alloisio (chitarra), Adrian Dumitru (chitarra), Florian Albert Mihai (fisarmonica), Davide Marzagalli (batteria e percussioni), George Bosnea (violoncello), Minel Lupu (contrabbasso), Ugo Begliomini (basso elettrico) ed Emilio Rossi (tastiere).A seguito di numerose esibizioni e ben quattro album pubblicati insieme,
la magia dei fantasisti si consolida ulteriormente con questo quinto CD
composto da 10 brani inediti e una cover dedicata a Guccini. Questo disco è una testimonianza che sgorga dal vissuto quotidiano ed è permeato dal rispetto sensibile verso le culture altrui slegate da ogni colore. Come i fili di una ragnatela, Durkovic raduna il mondo Rom con le sue sfaccettature, le canzoni legate ai ricordi ed eredità di grandi cantautori italiani, aiutandoci a scoprire che in questo mondo sommerso si cela un pozzo di emozioni da raccogliere. Solo uno come Durkovic poteva trasfondere in un brano garbato come "Strade aperte" la realtà del mondo Rom dosando sapientemente estrema leggerezza con velata denuncia. Altro brano di innegabile valore, il cui testo merita un attento ascolto, è "Il badante" che, con amara ironia, enfatizza la realtà di tanti immigrati che hanno lasciato la propria prigione abbagliati dal miraggio della libertà. Con rassegnata tristezza, scopriranno di essere imprigionati dietro sbarre ancora più solide, senza nemmeno più la consolazione effimera del sogno. "Malà strana" è un delicatissimo brano dove armonia e ricordi si fondono in una perfetta alchimia e ci proiettano immediatamente nell’atmosfera della magica Praga. Dalla rielaborazione davvero inconsueta e personale di "Il vecchio e il bambino" di Guccini, traspare l'omaggio per il cantautore preferito di Roberto Durkovic nonché fautore del suo imprinting musicale. Come succede nei concerti live, anche qui a metà disco vere perle strumentali tzigane fanno apprezzare meglio questo popolo, sicuramente quello più vicino alla musica pura, mentre virtuosismi musicali inducono a danzare come avviene spontaneamente nei loro concerti. L'intero disco scorre piacevolmente tra brani di grande levatura tecnica, in bilico come sempre tra festosità e malinconia, utilizzando appieno la riuscita formula strumentale che accomuna e rigenera un groviglio di tradizioni balcaniche, gitane e del grande cantautorato italiano. Il CD è distribuito a livello nazionale da Edel.